Il territorio di Musile di Piave, un tempo caratterizzato da valli, barene e paludi, ad eccezione di un tratto ricco di boschi in prossimità di Croce, nei secoli ha subito una completa trasformazione assumendo oggi un singolare paesaggio, la terra è un orizzonte senza fine ed il verde dei campi e l’azzurro del cielo costituiscono i colori predominanti.

In età romana il territorio era attraversato dalla “Via Annia” che collegava Roma con Aquileia, ma solo più tardi comparve per la prima volta il nome “Musile” per indicare un nucleo abitato posto nei paraggi della chiesa di San Donato, vescovo e martire, ubicata sulla riva del fiume Piave in territorio sottoposto alla giurisdizione del Vescovo di Torcello.

Il toponimo rileva che l’insediamento è avvenuto in zona particolarmente ricca d’acque, infatti, con il termine “musili” anticamente si designavano i rialzi del terreno costeggiante il fiume nati dal consolidamento di detriti trascinati da quest’ultimo.

La cappella doveva trovarsi originariamente sulla riva sinistra del fiume, in seguito ad una disalveazione del Piave questa si sarebbe venuta a trovare sulla riva destra.
Si narra che originariamente Musile, chiamata San Donato, concesse il nome attuale a San Donà in cambio di due capponi all’anno; questo spiegherebbe la presenza della chiesa consacrata a San Donato a Musile e non a San Donà.

Per secoli Musile ha condiviso le sorti politiche che hanno caratterizzato le vicende storiche del territorio; più note quelle legate a Croce, inizialmente feudo dei da Romano, conteso in seguito fra il patriarcato di Aquileia ed il Comune di Treviso, finchè il terreno divenne in gran parte di proprietà della nobile famiglia Foscari.
Assai più nebulose le vicende del capoluogo finchè le terre e le valli di Musile furono concesse dalla Repubblica Serenissima alla famiglia Malipiero.

Nei secoli seguenti, imponenti opere idrauliche erette dalla Repubblica Serenissima cambiarono radicalmente l’orografia del territorio con alterni benefici.
Fra il 1534 ed il 1543 fu costruito l’Argine di San Marco, sulla sponda destra del fiume Piave da Ponte di Piave a Torre del Caligo, per salvaguardare la laguna dall’interramento causato dalle piene del Piave; fra il 1641 ed il 1664 fu fatto deviare con l’alveo del fiume Piave verso Cortellazzo con l’occlusione del tratto fra Musile (Intestadura) e Caposile, aggravando sensibilmente il degrado ambientale, aumentando le acque stagnati e di conseguenza il fenomeno malarico; nel 1682, aperto il taglio del Sile, anche i territori dei boschi Malipiero e Foscari divennero paludosi.

In epoca napoleonica Musile divenne comune e, la rinascita, si ebbe in seguito con il ripristino delle scorrimento delle acque nel vecchio alveo del fiume Piave, in seguito alla costruzione del sostegno a conca dell’Intestadura e l’inizio delle operazioni di bonifica (1873).

Il territorio fu teatro di battaglia nel giugno 1918, dopo la rotta di Caporetto nell’autunno del 1917, e ridotto ad un cumulo di macerie.
L’attuale centro urbano fu ricostruito negli anni Venti; la chiesa parrocchiale, ricostruita in forme neogotiche, fu consacrata nel 1919. Nello stesso periodo avvenne il completamento della bonifica del territorio.
Attualmente il comune vive un periodo di sviluppo urbanistico e conta circa 11.000 abitanti, l’economia principale è l’agricoltura e l’artigianato.

Fra le numerose associazioni presenti nel comune c’è anche la Nostra.
L’Associazione Amatori Calcio San Donato nasce ufficialmente il 1 giugno 1990 con lo scopo di riunire ex calciatori che, pur continuando a divertirsi nella pratica del Gioco del Calcio, vogliono promuovere occasioni d’incontro di carattere sportivo, ricreativo nonché culturale, rivolte a favorire la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio dei valori della persona, della tradizione e del folclore del Basso Piave, con particolare riguardo ai ragazzi.
L’origine del nome e del simbolo (due galli capponi), sono intenzionalmente un riferimento alla tradizione storica di Musile di Piave.

Una iniziativa nata dalla Nostra associazione è il “Palio Sandonato” che rappresenta l’insieme degli appuntamenti che si svolgono nel periodo di maggio e giugno; torneo di calcio, teatro, cabaret e culminano con la “cena in piazza” delle Contrade ed il giorno successivo con le “gare del Palio”.
Queste consistono nel “tiro alla fune”, la “corsa con i sacchi a staffetta” – femminile e la “corsa a staffetta ad ostacoli”, Forza, destrezza e velocità sono le caratteristiche che più saltano i confronti sportivi della manifestazione con l’obiettivo di favorire occasioni d’incontro e di scambio, ricreative e culturali.
Il “palio”, da consegnare alla contrada vincitrice, viene realizzato dal vincitore del “Concorso di Pittura” riservato ai ragazzi di Terza Media dell’Istituto Comprensivo “Enrico Toti” di Musile di Piave.
Le “Contrade” partecipanti sono sette: CA’MALIPIERO (simbolo il “Leone alato” – colori gialloverde), CAPOSILE (simbolo il “ponte vecchio” – colori biancoverde), CHIESANUOVA (simbolo la “mussa” – colore rosso), CROCE (simbolo la “rana” – colori biancoceleste), MILLEPERTICHE (simbolo il “grillo” – colori gialloblu), MUSILE CENTRO (simbolo la “Chiesa” – colori biancorosso) e PALUDELLO (simbolo la “spiga di riso” – colori giallonero).